Qualche giorno fa ho visitato Pistoia, quest'anno capitale italiana della cultura. Nella Chiesa di San Leone, fino a gennaio, è possibile ammirare (e fotografare) 'La Visitazione' di Luca della Robbia.
L'esposizione è semplice ma efficacissima: all'ingresso si è subito rapiti dalla bianca terracotta invetriata con cui sono realizzate le due statue; la volta della chiesa, affrescata di vivaci colori e delicatamente illuminata, è il perfetto silenzioso contrappunto che quasi coccola l'opera.
E' inevitabile essere catalizzati da quelle due sagome candide e voler subito muovere i quattro passi a salire per raggiungerle.
Ma ecco... che l'incanto si sgretola.
Per raggiungere il rialzo del pavimento nella zona che era dell'altare, dove è l'opera, è quasi inevitabile passeggiare sopra una rumorosissima pedana in legno.
Lo scricchiolio di questa, se percorsa a passo veloce e sovrappensiero perché rapiti dal candore delle due figure, finisce per sembrare un tuono grazie anche al riverbero che la piccola chiesa offre, e costituisce un classico esempio di... disturbo da rumore.
Come eliminare quello scricchiolio?
E' ovvio che la pedana è lì per consentire a tutti di avvicinarsi, ma:
- la si poteva dimensionare più accuratamente e ridurne le dimensioni al fine di non renderla praticamente l'unico percorso per tutti;
- se meno larga e comunque di legno, sarebbe certo stata più tonica e resistente al peso, e quindi avrebbe scricchiolato meno;
- qualche nastro di gomma sui bordi a contatto con pavimento e gradini l'avrebbero resa più stabile e conseguentemente meno 'sonora';
- per non parlare dell'effetto favorevole che avrebbe avuto un rivestimento del piano calpestabile con un materiale in grado di accogliere meglio i passi su di esso;
- tutto ciò qualora... molto più banalmente... non si fosse invece optato per un modello di rampa apposita, come ne esistono di specifiche per il settore pubblico, adeguatamente rigide e con punti di contatto ammortizzati.
Anche l’orecchio vuole la sua parte
Questo semplice episodio ci aiuta a comprendere che il piacere che può derivare dall’osservazione di un'opera d'arte è il risultato di un insieme di esperienze sensoriali. E l’esperienza sonora, legata al comfort acustico realizzabile intorno ad un'opera visiva, resta determinante anche quando non primaria.
Comunque… una volta saliti quei gradini, anzi... quella fatidica rampa, il pavimento torna fortunatamente ad essere l'originale, regolare e silenzioso. E l'atmosfera torna ad essere dominata da quei due volti bianchi.
Non perdeteveli.